Centrale Fies riapre il weekend del 26 e 27 luglio con FEMINIST FUTURES

Centrale Fies riapre il weekend del 26 e 27 luglio con FEMINIST FUTURES, a cura di Barbara Boninsegna e Filippo Andreatta. Il programma, creato all’interno di un importante network europeo, apap – advancing performing arts project, sperimenta e diffonde pratiche orizzontali e inclusive ispirate al pensiero del femminismo intersezionale con Adenike Oladosu, Aïsha Devi, Anne Lise Le Gac, Chiara Bersani, Crème Solaire, Erna Ómarsdóttir, Muna Mussie e Massimo Carozzi, No Plexus, Rifugio Amore, Sofia Jernberg, Zia Soares e Nina Ferrante.

Dopo il primo weekend di LIVE WORKS SUMMIT (19 – 21 luglio) che ha portato a Centrale Fies più di 400 persone per ogni giornata di programmazione tra visitatori, studiose, ricercatrici, artisti, che ha visto un picco di pubblico nella giornata di sabato, grazie anche alla policy che Centrale Fies prosegue dallo scorso anno sulla vendita biglietti. Infatti oltre alle moltissime proposte gratuite (dalla mostra, alle scuole pomeridiane) sono attive 4 fasce di prezzo da scegliere in base al tipo di relazione che si vuole instaurare con la struttura, all’invito di “PAY WHAT YOU WANT/paga quello che vuoi.  Ad ogni fascia corrisponde non più una categoria, come in passato, di abbonati, operatori, studenti ecc. ma delle azioni che chiunque può scegliere di fare: esplora (5€), apprezza (10€), ama (15€), sostieni (20€). 

Venerdì e sabato saranno due giornate interamente dedicate alle arti performative in cui la musica e il sound design sono parte integrante dell’esperienza offerta al pubblico, trasformandola spesso in un viaggio multisensoriale nel mondo del clubbing. Un obiettivo intrinseco nella  programmazione è affrontare le disuguaglianze nelle arti performative contemporanee, utilizzando il corpo di pensiero consolidato dal termine “femminismo intersezionale”, che guarda alle interconnessioni tra diverse oppressioni, come quelle di genere, razza, classe, orientamento sessuale, disabilità. 

Durante la due giorni avrà luogo la Feminist Futures School che inizia venerdì 26 con ARUS FEMIA [Riso Femminile] progetto multidisciplinare dell’artista Zia Soares (regista teatrale e performer) & Adenike Oladosu (attivista per il clima), ispirato alle donne schiavizzate dell’Africa occidentale che, durante la tratta atlantica, trasportavano strategicamente semi di riso verso le Americhe; l’incontro è moderato da Nina Ferrante (studiosa e attivista terrona trans-femminista queer). Chiara Bersani (artista e coreografa) sabato 27 dalle ore 16 tiene il workshop Trasmissióne. – in genere intesa come operazione, azione, il fatto di trasmettere. Muna Mussie (artista multidisciplinare) e Massimo Carozzi (musicista e sound designer) presentano Cruna, una listening session dal loro ultimo progetto Curva Cieca Oblio ኩርቫ ዕውር ምርሳዕ; disco composto di tre parti sul concetto di oblio collettivo e personale, pubblicato all’interno della collana Xong, prodotta da Xing. 

Ad aprire le performance del weekend di Feminist Future è Chiara Bersani che venerdì 26 dalle ore 19 attiverà Deserters, la sua opera di arte visiva, all’interno della la mostra collettiva di natura performativa Material Self (visitabile gratuitamente fino al 21 settembre su appuntamento e  durante i giorni di programmazione dalle 18) con Sonia Kacem, Sandra Mujinga, Caroline Achaintre, Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage, Chiara Bersani, a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna con la curatela esecutiva di Maria Chemello, che prosegue il ciclo di esposizioni che Centrale Fies dedica alla relazione tra gli oggetti e le loro attivazioni. 

Con Chiara Bersani prosegue l’esplorazione delle differenti modalità di riattivazione delle opere attraverso la performance, caricando l’oggetto di un nuovo potere ibrido. Deserters è un’installazione pensata come un dispositivo multimediale e performativo composto da diverse parti in relazione tra loro. La performance messa in scena sul grande tappeto disegnato dall’artista non può esistere senza il tappeto stesso e senza l’ambiente sonoro che la accompagna. A questi elementi si aggiunge una serie di disegni, raffiguranti dei corpi non conformi, incastonati all’interno di superfici tessute appese alle pareti.  L’invito dell’artista è quello ad abbandonare la posizione verticale, propria di una sedicente condizione di salute e conformità, per adottare una diversa prospettiva comune. Sofia Jernberg prosegue la serata di venerdì 26 con la performance De sospiri. Nata in Etiopia e cresciuta tra Etiopia, Vietnam e Svezia, la cantante e compositrice mette al centro della sua pratica l’impiego di tecniche e suoni non convenzionali con un’attenzione particolare alla voce umana. Il suo lavoro tocca temi come identità, internazionalità, appartenenza, e manifesta una ferma convinzione nella condivisione e nella collaborazione. Con De sospiri, intitolato dall’aria di Puccini, Sofia Jernberg canterà brani scritti da lei, Salvatore Sciarrino, Gigi Shibabaw e appunto Puccini. Infine Erna Ómarsdóttir, coreografa e performer mette in scena IBM1401 – A User’s Manual (in memoriam) una meditazione sul complesso rapporto che si crea tra l’essere umano e le macchine. Si basa sulla storia del primo computer arrivato in Islanda nel 1964, al quale fu insegnato a “cantare”. Il brano fonde movimenti di danza con una scenografia e una musica che riflettono i temi della tecno-nostalgia/tecnologia abbandonata, del rapporto corpo/macchina, intelligenza umana e artificiale, macchine e sessualità, progresso tecnologico/evoluzione umana. 

Sabato 27, dopo la School di Feminist Futures, Anne Lise Le Gac presenta DOPA; una situazione performativa e collettiva con una struttura progettata per includere un processo generativo, la fabbricazione dei suoi materiali attinti da contesti singolari utilizzando strumenti di facile utilizzo. Nelle SYNUSIA di DOPA, hacker tentano di smontare, modificare e dirottare gli oggetti di sistema nelle loro mani. DOPA nasce da una semplice osservazione. Oggi l’energia è considerata infinita, ma i suoi limiti sono ben visibili. In una prospettiva di decrescita, quanta energia possiamo mobilitare in proporzione a quante prestazioni?

Aprono la serata del  Feminist Future Club sabato 27 Crème Solaire, duo electro-punk svizzero composto da Rebecca Solari e Pascal Stoll, che presentano “Cemento”, il terzo album della band. Brani, come sempre multilingue, che esplorano l’uniformità e l’alienazione della società e il rapporto umano-natura attraverso la metafora del cemento.

La line up prosegue con No Plexus: duo di musica elettronica sperimentale queer composto da No Compliments e Bec Plexus. Il loro approccio alla musica è il risultato di un background comune nella musica classica contemporanea che si fonde con un’affinità condivisa per la musica elettronica. I live set di No Plexus combinano performance vocali grezze e fisiche, ancorate a una programmazione di batteria densamente dettagliata e a un design sonoro e visivo in continua evoluzione. Aïsha Devi, artista svizzera con origini indigene nepalesi, userà il suo strumento più potente, la voce, per dare vita a un repertorio che include ritmi martellanti e stab rave, canti serafici e gutturali, linguistica mistica e sonorità corporee. Con la sua ipnotica costruzione di mondi digitali e la sua presenza scenica ammaliante, ha conquistato i pubblici di CTM, Primavera, Unsound, Roskilde, Dark Mofo, MoMA PS1. Il weekend si conclude con il DJ Set di Rifugio Amore.